Dormi Per Sempre by Sabine Thiesler

Dormi Per Sempre by Sabine Thiesler

autore:Sabine Thiesler [Thiesler, Sabine]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Thrillers, General, Romance, Suspense, Fiction
ISBN: 9788863801019
editore: Corbaccio
pubblicato: 2011-01-07T23:00:00+00:00


Capitolo 40

Le voci stridule e assordanti dei giapponesi erano insopportabili per Magda. Non riusciva a soffermarsi ad ammirare in pace una delle tante sculture più grandi del naturale senza essere subito circondata da ombrelli, flash fotografici e videocamere ronzanti. Le giapponesi squittivano entusiaste e sembravano parlare tutte insieme.

All'improvviso Magda si trovò davanti a un confessionale di legno, antico, pesante e scuro con due porte che si potevano chiudere.

Senza esitazioni e senza pensarci, Magda entrò e si richiuse la porticina alle spalle. L'interno era angusto e buio, e lei trascorse un'ora buona in quel minuscolo vano grande come una cassa. Ma più stava rannicchiata sul duro inginocchiatoio più si sentiva serena. Le voci dei visitatori le giungevano attutite attraverso la porta del confessionale e lei si sentiva una parte della massa mormorante e nello stesso tempo del tutto sola e invisibile al resto del mondo. Lasciò vagare i pensieri e acquistò sempre maggiore fiducia.

Lo avrebbe rivisto.

L'aria del confessionale era soffocante e secca, sapeva di incenso e polverosi paramenti liturgici. Era come se lì dentro si accumulassero da decenni segreti, pie bugie e peccati espiati.

Dopo un po' Magda ebbe l'impressione di non essere più sola. Le parve di scorgere un volto dietro la grata di legno.

Invisibile, muto, ma con l'alito tiepido che sapeva di vino liturgico dolce.

«Me lo riporti», implorò lei sottovoce. «La prego, me lo riporti.»

Continuò a ripetere la stessa frase senza ricevere risposta.

E, quando uscì dal confessionale, era convinta che la sua supplica sarebbe stata esaudita.

In preda a una specie di euforia, rimase in San Pietro una mezz'ora ancora. Da bambina aveva vissuto una fase in cui avrebbe voluto farsi suora. Soprattutto per avere la possibilità di trattenersi in qualche momento in cattedrali imponenti come quella. Le grandi chiese le avevano sempre dato una profonda felicità.

Uscita da San Pietro, prese un taxi. Non aveva più voglia di usare l'autobus turistico, e ancor meno di andare a piedi.

L'intenzione di Magda sarebbe stata quella di sedersi sui gradini della scalinata a mangiare un gelato oppure una crèpe osservando la gente, ma siccome le era venuta fame pensò che un gelato a stomaco vuoto le avrebbe causato solo nausea.

Si mise a cercare una trattoria dove consumò un piatto di farfalle con funghi e tartufo.

Mentre mangiava, fissava con tanta intensità i volti che passavano fuori sulla strada che dopo un quarto d'ora ebbe l'impressione di conoscere una persona su due, quantomeno di averla già vista in passato. Per questo preferì smettere.

Si appoggiò alla spalliera della sedia, protese il viso verso il sole di luglio e ringraziò il cielo di trovarsi in quel momento in quella città e di non aver abbandonato la speranza di un futuro felice.

Le giunse un suono di sirene sempre più vicine e sempre più stridule. Trasalì infastidita. Quel suono penetrante le metteva paura.

Papà, pensò, maledizione, papà.

Due mesi dopo lo spiacevole incontro con «l'altra» in corridoio, Anita disse a Magda: «Per le prossime tre settimane non avremo più necessità di andare a dormire da zia Helga. Non c'è bisogno che prepari le tue cose domani.



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